Chiedetemi un espresso
“Buongiorno, un caffè per piacere” , la classica frase che sentiamo ogni mattina nella caffetteria sotto casa; ma qual è il significato di questa richiesta? Vuole una pianta di caffè? Una drupa di caffè? Un chicco di caffè? Del caffè macinato? O altro. Partiamo dal soggetto incriminato; il caffè.
Cos’è il caffè? il caffè è una pianta della famiglia delle Rubiacae che si sviluppa a cavallo dell’equatore tra i due tropici nella così detta Bean Belt. Le due specie botaniche più utilizzate sono la Coffea Arabica e la Coffea Canephora. Questi arbusti sempre verdi danno, dopo la fioritura, un frutto chiamato drupa di caffè, che una volta arrivato a maturazione conterrà i due semi di caffè tanto desiderati dall’uomo. Questi semi, finito il processo di lavorazione per separarli dal frutto, saranno importati dai torrefattori che, tramite il processo di tostatura e la successiva messa in commercio, daranno la possibilità di fruire di questo meraviglioso prodotto.
Tornando al nostro cliente presumibilmente ci starà chiedendo un espresso, quindi impariamo ad utilizzare la terminologia corretta.
L’espresso è un metodo di estrazione del caffè, inventato in Italia ad inizio del XX secolo, che permette, tramite una pressione di circa 9 atm eseguita su un pannello di caffè macinato e compattato del peso di circa 7.1 gr, in un tempo che può variare dai 20 ai 30 secondi, di ottenere una tazzina di liquido scuro di circa 14-15 gr con sopra una crema compatta color nocciola.
È ormai erroneamente uso comune in Italia accostare il termine caffè alla preparazione per espresso, ma sarebbe come entrare dal macellaio e chiedere:” buongiorno una carne per piacere”; la frase non ha senso. La vera sfida per le nuove generazioni di addetti del settore è quella di istruire i clienti alla terminologia esatta per facilitare il lavoro ed elevarlo alla caratura sociale che merita.
Buon espresso!